Doppio mistero sotto la rocca by Gavino Zucca

Doppio mistero sotto la rocca by Gavino Zucca

autore:Gavino Zucca [Zucca, Gavino]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton editori
pubblicato: 2023-05-04T22:00:00+00:00


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Nuove piste parallele

Ignaro di quanto stava accadendo a Villa Flora, il tenente Roversi rientrò in caserma che era ormai quasi l’una. In tutta la mattina non si era fermato un istante e sentiva un gran bisogno di buttar giù qualcosa, ma il carabiniere di servizio lo bloccò subito all’ingresso.

«Il capitano Armani ha detto che voleva vederla immediatamente appena arrivava».

«Vai», fece il tenente fra sé, «cosa avrò combinato adesso?».

Roversi osservò mestamente Brunelli e Pardini mentre sparivano in fondo al corridoio diretti verso la cucina, quindi andò a bussare alla porta dell’ufficio del suo comandante.

«Si accomodi, tenente», esordì Armani. Non sembrava irritato, ma si capiva che c’era comunque qualcosa che non andava. «Ieri sera avevamo concluso, mi sembra, che sulla colpevolezza di Gavino Tedde non ci fossero ormai dubbi e le indagini dovessero essere indirizzate al rafforzamento dell’impianto accusatorio a suo carico, oltre che a capire se Tedde avesse anche ucciso Luisella Chessa lo scorso agosto. Questo naturalmente, nelle mie intenzioni, significava anche che le indagini parallele sulla vita di Augusto Oggiano alla ricerca di altri eventuali moventi e relativi sospettati, che lei aveva affidato al maresciallo Caputo lo scorso lunedì, dovessero essere interrotte. Un’ora fa, invece, ho saputo che Caputo era ancora in giro proprio per quelle ricerche. Quando è rientrato, mi ha riferito che questa mattina, prima che lei partisse per Castelsardo, è venuto a cercarla in ufficio per sapere se era il caso di sospenderle, stante il fermo di Tedde, e che lei gli ha invece ordinato di continuare come se l’inchiesta fosse ancora in alto mare. Come quello che circonda l’isola di Lampedusa. Lei sa che abbiamo una caserma anche laggiù, vero? Se non ricordo male, è oltre cento chilometri più a sud di Tunisi».

«Mi dispiace, signor capitano. So che avrei dovuto avvertirla, ma lei in quel momento era impegnato, e pensavo fosse più urgente andare subito a Castelsardo».

«Oppure temeva che avrei dato un contrordine…». Armani si lasciò sfuggire un sorriso, per poi aggiungere in tono sibillino: «Ma forse, è giusto così».

«Mi scusi, non capisco. Perché è giusto così?»

«Niente, tenente. Faccia come che non abbia detto nulla. Piuttosto, mi illumini: perché ha lasciato che il maresciallo Caputo continuasse quelle indagini alla ricerca di un altro colpevole, quando ne avevamo uno già bello confezionato davanti a noi?»

«È per quello che le ho già spiegato ieri. Sensazioni».

«Sempre quella storia dell’espressione sorpresa di Tedde quando ha sentito l’odore della cera nell’entrare a casa della vittima?»

«Sì, ma non solo. Al di là di quanto hanno riferito tutti sul suo conto, è anche per quello che Tedde ha detto nel corso dell’interrogatorio, e soprattutto per come l’ha detto. Ieri sera, quando sono venuto da lei a rapporto e abbiamo deciso di confermare il fermo, ancora non avevo avuto modo di mettere assieme tutto ciò che avevo sentito e visto, e c’è voluta una parte della nottata perché mi facessi un quadro più preciso. Naturalmente, sono consapevole che tutto sembra dimostrare la colpevolezza di Tedde, però è altrettanto vero che ci sono tanti piccoli



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